mercoledì 12 febbraio 2014

Tema: Trame piatte


Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento


Ci sono vite destinate a restare nel buio di un cassetto chiuso, come romanzi incompleti o dalle trame piatte, come la vita di Piera che in cucina i romanzi li legge a due a due, appena il tempo di mettere ordine in casa che già siede davanti un minestrone che bolle. 
È lì quando spunta Franco, il fratello svitato di suo marito. Lui le chiede cosa stia leggendo, lei mostra la copertina, una storia così, dice, pare bella, l’ho trovata stamattina tra vecchi libri che mi hanno dato.
Franco conosce quel romanzo, cita l’immagine che gli era rimasta in mente, qualcosa su rami scheletrici che chiedono l’elemosina al sole. Piera ha appena cominciato, a questa cosa non c’è arrivata, allora sfoglia un paio di pagine, velocemente muove gli occhi tra le righe, è nella parte iniziale dice lui. Lei guarda, è un po’ frastornata, questa situazione nuova, non ha mai parlato di libri con nessuno, li legge e basta, però sa che i libri sono pericolosi e mentre sfoglia e cerca si sente addosso una patina di età in meno, si sente persino bella nonostante i capelli scomposti e l’abbigliamento sdrucito - nessuna intenzione, nessun fuoco vero eppure le sembra di avere già vissuto questo momento, una presenza inquietante che le morde qualcosa dentro, le mani che si muovono goffamente, la soggezione di sentirsi osservata, l’imbarazzo della vicinanza di una persona di cui percepisci il respiro. 


E Piera si sente tra le braccia di quel cognato che a modo suo è interessante, la sua bocca soffiargli in un orecchio e morderle il collo, l’ebbrezza di abbattere ogni resistenza e abbandonarsi. Però quel brano così importante non lo trova, chissà dov’è, quali sono le parole.. finisce tutto lì, come quei romanzi incompleti o dalle trame piatte, come le vite destinate a restare nel buio di un cassetto.

Forse gli amori scritti sono più grandi di quelli veri, durano, non si corrompono. Gli altri no, finiscono tutti.

Giorgio D'Amato

41 commenti:

  1. UAo! D'AMato mi hai fatto piangere. Il libro ci doveva essere sempre da qualche parte...se no che gusto c'era. Come anche la letteratura e questo accostamento tra libri e letteratura e amore di libro e di letteratura. Gli amori scritti non sono solo più duraturi. Sono anche estetici. A volte gli amori scritti sono più crudeli, più che nella vita, ma sono anche lo specchio in cui ci si riflette. Perchè l'amore è uno specchio. E l'amore scritto è lo specchio di chi scrive. Quando lessi Galimberti (filosofo comtemporaneo) a proposito d'amore capii il viaggio dell'innamorato: un viaggio all'interno del sè. E l'altro è solo il prestesto per scoprire l'atra faccia del sè.
    Non mi addentro nel tuo sè. Me ne guarderei bene. Dico che appena ho cominciato a leggere ho capito che avevo di fronte uno (o una ) che di scrittura se la fidava. Le parole scorrevano per incuriosire, tenerci per mano. La protagonista così dimessa, sognatrice, che un libro fa evadere oltre la quotidianità, riesci a farla volare in quattro righe e altrettanto in poche righe la rilasci al suolo. Ben fatto.

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    1. Clotilde,che tu sia speciale l'ho percepito tantissimo tempo fa, e leggendo questo commento mi destabilizzo. E però sono contento, tra me e te c'è risonanza.
      Giorgio

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    2. Volevo celebrarti non destabilizzarti.. Amico mio sei grande!

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  2. Il bello di questo pezzo sta nella sua essenzialità che racchiude cento interpretazioni diverse, nel fatto che in qualche attimo succedano tante di quelle cose all'interno di due persone, nelle loro vite, riesci a raccontare il disagio di Piera, la sua paura di non essere all'altezza di saper parlare adeguatamente di un libro (che diventa sentimento che si dissolve), che pensa di poter arrivare al cognato soltanto tramite la lettura e invece tutto svanisce.
    Avevo già letto il pezzo, l'ho riletto ora e ho fatto altre considerazioni. Va benissimo l'essenzialità e però qui ho l'impressione che sia tutto portato all'estremo, secondo me avresti potuto tirare fuori molte più cose, più logiche che stanno alla base dei rapporti (umani), in termini di complessità, ovvio.
    Ecco cos'è che, secondo me, manca in questo pezzo: la complessità.
    È tutto fin troppo lineare, diciamo che speravo si diramasse un po'.
    Ah, bel colpo di coda alla fine, eh? L'ultima frase, ma questo te l'avevo già detto, mi è sembrata un po' di troppo allora e anche adesso alla rilettura.
    Ciao!

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    1. Galeotto fu il blog...eheh

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    2. che dirti, mi venne così, in genere un racconto ha la sua componente essenziale nel cambiamento, ovvero, data una situazione iniziale, un fatto improvviso - un bicchiere che cade, un brano non trovato - determina un riposizionamento degli elementi. Tante espansioni erano possibili, lo so... (per ora pezzi brevi e commenti lunghi..ahahahahaha)
      GD

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  3. Qui c'è un libro galeotto, un cognato sfaccendato e una donna che se ne sta sola tutto il giorno in casa, uno schema di corna da manuale. Giorgio, diciamo che il soggetto mi piace, la sceneggiatura poteva essere più ricca e sfiziosa. Ciao. (emoticon d'amore)

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    1. è una riscrittura parziale del più grande amore scritto che io conosco, Paolo e Francesca.
      E un omaggio ad un libro che ho letto quattro volte.
      GD

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  4. Il post è indubbiamente bello.Ha tutto il suo perché in poche righe, Lì tutto nasce e si esaurisce. Eppure quello che emerge è il tuo "pudore"! Non hai detto perché Tu ami. Ti sei lasciato prendere dal narratore che c'è in te. Sì, è vero altri non hanno parlato del loro amore direttamente, ma hanno usato la prima persona così da sembrare se stessi. Tu, invece, mi pare abbia preso le distanze da tutto, Hai fatto lo spettatore che poi egregiamente ha riferito. Se dobbiamo parlare d'impatto questa è la mia impressione

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    1. Jole, sei una strega.
      Hai centrato, in fatto di amore io sono pudico.
      In questo racconto non ho spiegato perchè si ama, ho provato a spiegare perchè si scrive e si legge.
      (azz, mi sento colpito e affondato!)
      GD

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    2. Jole ha fatto la mia stessa osservazione. Ti nascondi, d'Amato. Ti nascondi dietro a delle bellissime parole e a delle immagni precise che suggeriscono sensazioni molto forti.

      Ma tu scappi come un'anguilla

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    3. Tu a me anguilla non me lo dici!! ahaahahhaa
      GD

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  5. Trame piatte. Soltanto dalla lettura del titolo ho capito che era un tuo racconto. Comincio dalla fine a me questa conclusione piace moltissimo la reputo grandiosa e anche solenne, in accordo con il mio sentire con l'amore che nutro per la parola scritta. Piera, una donna comune che legge tra i fornelli e le incombenze ripetitive di ogni maledetto giorno, lui il cognato svitare, legge anch'egli. Questo è il filo comune, ma non basta. Per lei la lettura è salvezza e condanna e se ne accorge quando lancia all'uomo un segnale, una piccola lingua di fuoco, quella che la divora dentro, ma che lui non cogliera'. Resta una trama immaginata che non trova spazio nella realtà. L'amore resta scritto tra le pagine, immutabile, incorruttibile. È una lunga storia d'amore quella tra gliuomini e le parole sono lieta che tu ne faccia parte.

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    1. Ci sono cose che succedono e cose invece che rimangono tra le rose non raccolte.
      Se Piera avesse trovato il brano, forse l'avrebbe letto con lo svitato, forse sarebbe finita come ai personaggi danteschi.E' andata diversamente, di quel libro Piera non sa dove è posizionata quella frase che non ha ancora letto.
      La scrittura per me è anche descrizione dell'assenza, di quel che che poteva essere e non è stato, la scrittura non si limita a raccontare i fatti della vita, a volte li sostituisce, ne colma i vuoti. Piera li colma leggendo.
      Lo so, è triste.
      GD

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  6. Bellissimo e pieno di verità, ripropone la storia dei cognati amanti che tanto ha fatto discutere (e studiare) e che continua a funzionare. La solitudine non è complessa, è fatta di poche cose, di giornate da passare con un libro in mano senza riuscire veramente ad arrivare al nocciolo delle sensazioni che suscita. Ciò che è scritto non basta, non riesce a far male a sufficienza, ci vuole un detonatore esterno. A cose fatte, la trama della vita resta piatta comunque e il libro incomprensibile allo stesso lettore. Fedele al modello dantesco anche nella brevità, per il mio gusto è perfetto, non avrei aggiunto una sola parola.

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    1. Grazie per il commento, mi conferma come le mie intenzioni si siano realizzate; sono proprio queste che a volte ci fregano, parti per scrivere qualcosa e invece ne viene fuori una ben diversa.
      GD

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  7. Giorgio, questa scrittura che costruisce un personaggio con pochi tratti di penna è notevole!
    Piera mi ricorda una Bovary all'incontrario: Emma desidera talmente tanto una vita da romanzo da spingersi oltre le soglie dell'immaginazione, e finisce poi per diventare un simbolo di alienazione; mentre Piera invece rimane al di qua, si ritrae sempre più dentro il suo disagio, rimane una che legge dentro una trama piatta.Però, in un certo senso, devo dire che alla fine Emma e Piera si somigliano. Condividono quella noia del vivere, quel disagio dell'esistenza, solo che scelgono di percorrere strade diverse.
    Piera rappresenta benissimo quella parte di noi che non riesce a vivere o a scrivere la sua trama fino in fondo... E il lettore ( almeno io) cade nella trappola! Riesci perfettamente a farlo identificare con Piera, nella sua quest alla ricerca di una trama che non esiste, se non , appunto, dentro un libro, che però nn verrà mai scritto perché la trama non decolla.
    Ma, scusa, mi sorge un dubbio, allora se Madame Bovary era Flaubert, tu chi sei? :-)

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    1. Grazie Bea.
      La frase che Piera cerca è un bivio della sua vita. Se la trovasse potrebbe ripercorrere la vicenda di Paolo e Francesca, la sorte vuole che lei non la trovi, Piera allora percorre quella diramazione che Francesca non conosce.
      In entrambi i casi ne esci sconfitto. Nella vita pensiamo di migliorare le nostre condizioni scegliendo, molto spesso la scelta non c'entra nulla, non è scegliendo che le cose cambiano. Credo che dipenda tutto da come affronti un percorso, che sia quello di destra o quello di sinistra.
      GD

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  8. Giorgio D'amato che scrive d'amore? Una bellissima sorpresa. Peccato che il brano sia tremendamente triste, ma quello era chiedere troppo. Anche perché gli amori travagliati o ipossibili sono quelli che da sempre hanno attirato di più. Mi è piaciuto il riferimento dell'immagine tratto dal film da Paris, texas. In quel caso la comunicazione è mediata da un vetro e un interfono che dividono una coppia già divisa, qui si limita a poche parole per poi cercarle in un libro che non può darle.

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    1. Annalisa, cominci a conoscermi troppo... grazie per aver apprezzato e descritto l'immagine. E' un completamento.
      (commento prezioso il tuo!)
      GD

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  9. Il libro offre la possibilità di una catarsi dai freni del reale. Non è una questione di estraneamento, ma riconoscimento delle proprie caratteristiche che a un tratto ci appaiono attraenti. La forza del libro sta più nella capacità di piera di non confondere il reale col fittizio che nella lascivia di francesca. Forse le trame piatte della realtà sono forza dinamica per la costruzione dell'identità.
    ... e giorgio è sempre un grande.

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    1. E' vero, nessuna lascivia in Piera, è il piacere sottile di essere per una volta protagonista e non componente della cucina. I libri aggiungono alla vita tanti sguardi che ci fanno apprezzare oggetti e situazioni apparentemente insignicanti.
      La cucina di Piera diventa il centro di grandi esperienze letterarie.
      E a chi non ha una vita da biografia non resta che inventare vite altrui e, di tanto in tanto, metterci qualche cosa di proprio.
      GD

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  10. ma non si dimenticano. purtroppo. :)

    SID

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  11. Beh voi avete già detto tante cose. Una mi viene in mente, però: tra le pieghe di questo racconto Giorgio D'Amato c'è, da qualche parte. Non importa la vicenda narrata, non deve essere autobiografica, a volte lo scrittore è un'idrovora che aspira la vita degli altri e ne fa narrazione, ma non può mai prescindere da se stesso. Cercare quali piccoli elementi siano quelli suoi è impossibile, perché si fondono con gli altri, e anche inutile, a mio parere. La narrazione diventa un'entità indipendente e un regalo per tutti noi. In questo caso, la descrizione di un mondo in poche righe, e come ha detto Bea ti identifichi con i protagonisti, ma perché questo accada non è necessario che la tua vita sia simile alla loro. I sentimenti, le sensazioni, la natura dei rapporti umani, i mondi paralleli che nascono da quello che sarebbe potuto accadere e non è accaduto, che potrebbe accadere e mai accadrà, quelle sono cose in cui ci possiamo ritrovare tutti.

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    1. Questo commentone mi mette in imbarazzo... Valeria, ti rispondo in traggeddia alla maniera di Binnu 'u tratturi: Gioggio D'Amato c'è, e non c'è, è in tutte le palore, oppura in nessuna.
      ahhahahahaha
      W Vale!!!!
      GD

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    2. dimenticavo: "se la madonna vuole"
      gd
      ahaaahaha

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  12. Complimenti ! Una bella e particolare immagine in poche righe.
    Certo che gli amori scritti sono più grandi di quelli veri e durano in eterno, perchè sono posseduti e goduti da individui sempre diversi; a volte alcuni ritornano per goderne di nuovo.
    Nella vita spesso gli amori finiscono perchè gli attori protagonisti sono sempre i medesimi, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Bisognerebbe a volte mettersi una maschera per essere un altro, per fare e dire cose che altrimenti non faresti e non diresti mai. Alla fine, però, sei sempre stato "te stesso".
    A proposito "Buon Carnevale" e no un Buon San Valentino trito e ritrito.

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    1. Sui protagonisti che rimangono sempre i medesimi obietto: ognuno di noi dovrebbe sentire l'onere di rinnovarsi sempre, di coltivare interessi e passioni, evitando di dire sempre le stesse cose.
      E' facile? boh, forse no...
      GD

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  13. Gli amori finiscono tutti? non credo: il sentimento d'amore, quando è tale, è vivo perciò si evolve, si trasforma, diventa altro insieme a noi come singole persone e come parti imprescindibili di una coppia.
    Per quanto mi riguarda sto bene così come sto, cioè sola e felicemente libera e la cosa importante per me è meritare fiducia dai miei amici, dalle persone che conosco: è davvero un punto d'onore, e non rinunciare mai ad essere felice, che costituisce l' impegno più serio ed impegnativo per la mia vita e per quella delle persone che mi sono vicine.
    Ti stimo molto come scrittore e come crogiolo instancabile di idee.
    A stasera.
    L.I.

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  14. Finiscono: ogni relazione umana parte con un suo livello tanica di carburante. A volte procede solo con il carico iniziale, altre ci sono eventi e passioni comuni che portano a rimpinguare la scorta, ma non sempre succede.
    E quando perviene quel rumore da risucchio di cannuccia nel fondo della coco cola, inutile insistere: finiu!
    GD

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    1. Ogni pensiero va rispettato ma non necessariamente condiviso, ed io non sono d'accordo: ho un'altra visione della cosa, seppure la mia vicenda personale sembrerebbe dare ragione a te.
      Troppo lungo da spiegare e questa non è la sede.
      L.I.

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  15. bello, bello, GD è una sorpresa e una conferma, ogni volta ... mi sono piaciute diverse cose, non necessariamente nell'ordine in cui te le dico. La scelta del setting,è sapiente, sembra rassicurare il lettore - cosa c'è di più tranquillo di una cucina, cosa vuoi che succeda lì - invece è il luogo della trasgressione, tutt'altro che protetto vista la mole di sogni che vi si è accumulata dentro come muffa appiccicata alle pareti e visto che un cognato può materializzarvisi in qualunque momento, fantasma tra i fantasmi dei personaggi letti. E già questo apre a un mucchio di altre riflessioni... ma continuiamo. E' svitato. Che scelta! Non è mezzo matto o mezzo scemo, non è "fuori", è svitato! Da cosa? e sono due... Poi arriva la faccenda che i libri a lei "li hanno dati"... , come a dire che non se li è cercati, che non se l'è cercata? Lui ci ha visto dentro cose che lei non trova... ma va? E perché quando mai ce l'andiamo a cercare in questo genere di faccende? quando mai un sogno lo sogniamo veramente in due e invece non sono sempre due, i sogni, e siamo fortunati quando viaggiano buoni buoni in parallelo? Perché è di questo, sembra, che stiamo parlando, di un sogno... è successo,non è successo, chi può dirlo? E infine ci sono la scelta del titolo e il finale: sia che accettiamo l'idea che sia stato veramente vissuto, sia che si tratti di un sogno, la trama piatta è anche quella di un tessuto serico, non sempre l'assenza di spessore è sinonimo di scarsa qualità... il punto è un altro, è quello delle voragini, dei gorghi, per dirla con il mio amato Pirandello, che ti si aprono sotto i piedi all'improvviso, travolgono, scoprono parti di noi che non sospettavamo neppure di possedere e poi, con la stessa crudele naturalezza, si richiudono, come se non fosse stato altro che un sogno.
    pat

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    1. commentone prezioso prezioso che mi consente di osservare come tu sia sensibile alla cura della parola, ovvero attenta a scansare quella consunta.
      tutte le volte che scriviamo il rischio "parola strausata" è lì, ti distrai un attimo e quella cade sul foglio e non te ne accorgi.
      sono arrivato ad una conclusione - riguardo ai fatti che succedono oppure no -: che tu scelga o non scelga, che certe cose succedano oppure no, ti ritroverai nella stessa situazione più o meno piacevole.
      GD

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  16. Io un pochino ci sono rimasta male, e mi è venuta tristezza. Mi presenti questa Piera che in cucina non ci va solo per cucinare, ma che per curiosità comincia a leggere e ad amare i libri che le hanno dato. Lei, insoddisfatta cerca qualcosa, ama e vola tra i suoi libri. E poi che fai mi deludi buttandomela tra le braccia del cognato, in un salto sognato ma che non la porta verso un cambiamento reale, ma verso una "trama piatta".Vola senza uscire da casa con ali scontate prive di ricerca. Tu che sei mago delle parole chiudi la storia in un cassetto! Io non ti credo e penso che tu abbia calcolato tutto con naturale astuzia. Bravo!

    Nina

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    1. Per la forte delusione mi sono mangiata un ?
      mi spiace!

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    2. Nina, per te cambiero il finale.
      Piera scopre che il cognato è un grande amatore, insieme scappano in un'isola tropicale, il marito si nutrirà di scatolette di fagioli. e quanto ai libri, chi se ne fotte, Piera avrà ben altro da fare!!!!
      GD

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  17. Sul racconto è già stato detto tanto e io arrivo tardi.
    Ti dico solo che mi è venuta voglia di rivedere "I ponti di Madison County".
    Ma forse è la prima volta che quello che mi colpisce di più non è il racconto ma una tua risposta a un commento. Copio e incollo:
    "La scrittura per me è anche descrizione dell'assenza, di quel che che poteva essere e non è stato, la scrittura non si limita a raccontare i fatti della vita, a volte li sostituisce, ne colma i vuoti."
    Che vuoi che ti dica? Mi sono bloccato a pensare quanto quello che hai scritto sia vero, e tutto il resto è passato in secondo piano. Bravo !
    Sabino Russo

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    1. ciao SAb, io ho fatto commuovere Clotilde, ora tu sconvolgi me. il giro di commenti a questo racconto mi ha portato in un vortice da cui sono uscite fuori cose che normalmente non dico e che forse non mi sono reso conto di aver scritto. vedere sottolineata considerazione mi lascia
      sospeso. grazie per averlo fatto, Giorgio

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