venerdì 14 febbraio 2014

Tema: Malamore

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Pensavo il tempo scaduto, la vita già confezionata. Il pacchetto aveva i nastri giusti e le giornate uguali. Mi sono innamorata di te perché non rientrava nel modello prestampato doveri ma in quello di peccati capitali e inferno assicurato. Vade retro, che per queste cose vale la regola della peste di Ingrassia, il medico palermitano del seicento: presto, longe e tarde. Velocemente fuggire, assai lontano andare e più tardi possibile ritornare. Come se si potesse fare quando il virus è già entrato in circolo e non ci sono vaccini. Mi sono innamorata di te perché non rientrava nel block notes: cose da fare, impegni, visite, progetti improrogabili. Una gran rottura. Dapprima sono stati solo i sintomi inequivocabili: palpitazioni, sudori freddi, mani sudate. Ma come è possibile? Come è potuto succedere proprio a me? Poi la discesa negli inferi. Non una discesa lieve ma una vera e propria sdirrubbata. Block notes compresi. Poi è stata la volta della psicanalista. Tu, dall’alto dell’Olimpo, mi dicevi che se tutti quelli che si innamoravano fossero andati dal medico, lo psicanalista sarebbe stato il mestiere più gettonato. Andavo tutti i lunedì e tornavo contenta. Ma più contenta di me era la psicanalista che mi ripeteva che ero la sua migliore cliente: rideva tantissimo e dopo io le davo trenta euro.  Per me, invece, era una tragedia. E infatti le tragedie greche mi davano tanto sollievo. Mi dicevo: non è colpa mia, è il fato. Andavo e tornavo e pensavo: è l’ultima volta. Poi è venuta l’estate e c’è stata la fuga in altri lidi e diverse poesie inviate via mail. Lacrime e ancora lacrime e taccuini pieni di parole. Anche qualche cruciverba e qualche rebus. Ma il rebus maggiore restava il mio cuore malato.

Allora ho cominciato la cura dei libri. Leggere allunga la vita, dice Eco, la salva pure, aggiungo io. Infine la decisione sofferta e la primavera giunge con una nuova vita in mano. Ma non è quella che pensavo perché nel frattempo l’incanto era già finito e tu eri diventato quello che eri sempre stato: un uomo normale in viaggio solitario. In questo caso, forse, in fuga. Ho imparato due cose: che l’amore sfugge sempre come il raggio di sole quando l’afferri. E che la psicanalisi non serve a nulla. Anche se Woody Allen ci ha costruito una carriera.

Maria Luisa Florio

4 commenti:

  1. ML, il pezzo è bello assai ma io lo voglio sentire letto dalla tua voce.
    Tu attorno agli argomenti ci giri, ci ricami, ti allontani e poi ti avvicini, una risata, una battutataccia; ma non per questo non li affondi, anzi.
    Da te c'è sempre da imparare, hai i tempi dei grandi affabulatori.
    GD

    RispondiElimina
  2. Mi piacque assai!
    Post che parte con un pianissimo, quasi un ritmo piatto di vita masticata controvoglia. Vita letale. Poi si comincia a percepire il tarlo che scava, il virus che spolpa...Si sale e si scende per doline dolenti...e alla fine la penna comincia a stanare il cuore malato.
    Ma che significa ' sdirrubbata'?

    Brava Maria Luisa!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sdirrubbata, Bea, è la caduta!
      Spesso si dice in Sicilia "u picciriddu si sdirrubbò" quando un bambino regala dei denti all'asfalto mentre va in bici eheh..
      ML, il tuo pezzo è vero un crescendo, la parte finale è fantastica!
      È vero, anche io voglio ascoltarti mentre lo leggi!

      Elimina
  3. Sì bello, mi è piaciuto molto. Una disperata simpatia, almeno poi lei ha capito che lui era solo il solito lui.

    RispondiElimina